Monteduro Maurizio
La modulazione è un processo che consiste nel traslare l'allocazione in frequenza della banda finita di un segnale informativo. Di fatto, la modulazione è l'alterazione sistematica di una forma d'onda, chiamata portante, secondo le caratteristiche di un'altra forma d'onda: la modulante, ovvero il messaggio.
I motivi per cui si rende necessario modulare un segnale per trasportare informazione sono almeno di quattro fattori:
Possiamo così schematizzare un canale di trasmissione:
Sorgente Þ Modulatore Þ
Filtro di Trasmissione [HT(f)] Þ
Canale [HC(t)] Þ Filtro
di Ricezione [HR(f)] Þ
Demodulatore
In questo modello HT(f), HC(f) ed HR(f) sono le funzioni di trasferimento dei rispettivi blocchi. Generalmente si suppone che il canale sia lineare ed il rumore sia additivo. Mentre, per quanto riguarda i filtri di trasmissione e di ricezione, che dovrebbero essere sempre presenti, si assume che siano filtri passabanda centrati attorno alla frequenza di riferimento della portante f0. Se f0 = 0, i filtri sono dei passabasso e la trasmissione si dice in banda base. In questo ultimo caso, utilizzato, ad esempio, per le comunicazioni fra due calcolatori via seriale o parallela, non vi è modulazione.
Le modulazioni possono essere divise in due grosse branche: analogiche e digitali. A loro volta, in base alle caratteristiche della modulazione stessa, verranno suddivise in altre tipologie.
Prima di procedere all'esame dei vari tipi di modulazione analogica è, però, opportuno richiamare alcune notazioni di base.
Un segnale sinusoidale s(t) può essere rappresentato in
forma complessa:
in cui:
prende il nome di inviluppo
prende il nome di fase istantanea
è la pulsazione istantanea
e misura la velocità con cui varia la fase. La frequenza
istantanea è pari alla pulsazione istantanea divisa
per 2p.
Siccome, in trasmissione, posso fisicamente inviare solo segnali reali, dovrò trasmettere la parte reale del segnale complesso richiamato in precedenza, quindi trasmetterò un segnale del tipo x(t)cos(2pfct).
Questa formula mi suggerisce l'analisi di un segnale di questo
tipo:
Potrò così avere almeno due categorie di modulazioni:
Modulazioni dell'ampiezza:
quando F(t) = 0 e A(t) = a + bx(t)
Modulazioni d'angolo, aventi A(t) = A0 e distinte in due gruppi:
Modulazione di fase se F(t) = a + bx(t)
Modulazione di frequenza se
Se effettuo una banale moltiplicazione del segnale modulante con
il segnale portante, ricordando che potrò
dire che:
Da qui posso notare che esistono due righe spettrali laterali simmetriche rispetto alla frequenza della portante, una a frequenza fc - fm ed una a frequenza fc + fm; inoltre non ho, nello spettro, la riga relativa alla portante fc. Se, anziché modulare con un tono puro, avessi usato una banda di frequenze, avrei ottenuto due bande di frequenze al posto delle due righe spettrali.
Quanto detto mi spinge ad alcune considerazioni distinte: in primis, l'informazione è recata da entrambe le bande laterali, e ciò giustifica il nome di DSB [Double Side Band] dato a questo tipo di modulazione, la potenza trasmessa è pari al prodotto della potenza della portante per quella della modulante, l'occupazione in banda e uguale al doppio della banda della modulante ed inoltre, condizione piuttosto pesante, in ricezione devo ricostruire la portante in quanto, come visto, ne ho perso l'informazione. la prima considerazione mi spinge a sopprimere, con dei filtri, una delle due bande, ottenendo quella che è chiamata modulazione in SSB [Single Side Band]. Se sopprimo la banda laterale sinistra, avrò la USB [Upper Side Band], se, invece, sopprimo la destra, avrò la modulazione in LSB [Lower Side Band]. Mi resta sempre, però, il problema di dover recuperare la portante all'atto della demodulazione.
Posso così pensare che le condizioni che mi sono necessarie per avere una modulazione d'ampiezza devono essere le seguenti:
Come conseguenza di queste tre condizioni, si vede che non basta moltiplicare A0 per cos[2pfmt + f], ma bisogna aggiungere a questo segnale una componente continua in modo che la risultante non diventi mai negativa.
Se chiamiamo la profondità di
modulazione, l'espressione generale della A(t) modulata si può
scrivere come:
l'espressione completa del valore istantaneo risulta:
Ricordando ancora che potrò scrivere
che:
Se analizziamo attentamente questa formula, ci accorgiamo che
il segnale modulato con una sola frequenza modulante equivale
alla somma di tre segnali non modulati. Questi tre segnali costituiscono
le tre righe dello spettro di Fourier le cui frequenze sono così
scalate: fc - fm , fc , fc
+ fm . La considerazione più elementare che
ci viene in mente è che ciascuna riga laterale, che si
allarga fino a diventare una banda solo quando il segnale modulante
non è più una sinusoide pura, dista dalla riga centrale
per un valore esattamente uguale alla frequenza di modulazione,
in meno per la riga inferiore, ed in più per quella superiore.
Inoltre le due righe laterali hanno ampiezza uguale fra di loro
e pari alla metà del prodotto mA0, per cui risultano
proporzionali alla portante, ma non superiori alla metà
di essa; quest'ultimo caso, di ampiezza uguale ad ,
si verifica con un indice di modulazione del 100 %. Se si supera
tale valore si introduce una distorsione del segnale modulato,
e si dice che si sta "sovramodulando". Inoltre, continuando
nell'analisi, vediamo che il segnale modulato è privo di
modulazione angolare, in quanto, restando l'ampiezza istantanea
sempre ³ 0, l'andamento della
fase è descritto sempre e soltanto dal fattore cos ( Ft
+ f ) che non dipende in alcun modo
dalla modulante.
Questo tipo di modulazione, prende il nome di AM [Amplitude Modulation] e si distingue dalle precedenti in quanto permette la demodulazione non coerente. La presenza delle due righe a cavallo della riga della portante giustifica il fatto che, anche in questo caso, l'occupazione in banda è pari al doppio della banda della modulante. Per questo motivo, l'AM fu il primo metodo di modulazione utilizzato.
Un quarto tipo di modulazione dell'ampiezza è la VSB
[Vestigial Side Band], cioè modulazione in banda vestigiale:
si conservano alcune vestigia della banda soppressa per
agevolare le operazioni di ricostruzione della portante. É
il metodo utilizzato per la trasmissione televisiva. In questa
modulazione, che consente, rispetto alla DSB, un notevole risparmio
di banda, deve essere presente la portante con una potenza pari
alla metà di quella della AM ed una coda di segnale corrispondente
alla banda laterale sinistra.
Le modulazioni angolari sono quelle in cui l'informazione viene
associata alla fase del segnale portante. Un segnale modulato
in fase è del tipo:
in cui la dipendenza della variazione di fase
dal segnale modulante x(t) è di due tipi:
Sebbene la modulazione di fase sia di importanza fondamentale nelle modulazioni digitali, è decisamente poco diffusa nelle trasmissioni analogiche, e questo perché non solo è più difficile da realizzare, ma, soprattutto, ci consente guadagni di demodulazione molto minori rispetto a quelli raggiunti con la FM.
Un segnale s(t) modulato in frequenza da x(t) ha la forma:
la sua frequenza istantanea si calcola derivando la fase istantanea
e dividendo per 2p ed è pari
a
il termine prende il nome di deviazione
istantanea di frequenza.
Se ora consideriamo la modulante costituita da un tono puro del
tipo x(t) = cos ( 2pfmt
), avremo il segnale modulato pari a:
Come si può vedere, il segnale modulante è periodico
di periodo . Se si richiede che almeno
il 98% dell'energia sia compreso nelle prime N armoniche, si può
dimostrare la legge di Carson, che dice che
;
quindi la banda al 98% del segnale modulato è definita
come
. Il termine
si chiama indice di modulazione. La massima deviazione di frequenza
vale
e, quindi, la banda del segnale
modulato può essere scritta nella forma
.
A seconda dei valori del termine si usa
distinguere due tipologie della modulazione di frequenza:
Per le radiodiffusioni in FM si assume un indice di modulazione
, per cui, associando una frequenza della
modulante massima pari a 15 kHz, la deviazione massima di frequenza
sarà di 75 kHz.
Un segnale digitale può modulare l'ampiezza, la frequenza o la fase di una portante sinusoidale. Se la forma d'onda modulante consiste in impulsi rettangolari senza ritorno a zero, allora i parametri modulati saranno spostati [in inglese Keyed] da un valore discreto all'altro. A mo' di esempio riportiamo, in figura, le forme d'onda di tre tipi di modulazione digitale, rispettivamente l'ASK [Amplitude Shift Keying] praticamente sinonimo di PAM [Pulse Amplitude Modulation], l'FSK [Frequency Shift Keying] e la PSK [Phase Shift Keying]. Per confronto, abbiamo inserito anche la forma d'onda prodotta da una modulazione di tipo DSB, dove possiamo vedere il "salto di fase" a cui si accennava in precedenza.
Una rapida analisi dei tre tipi principali di modulazione, ci fa vedere come nella modulazione di ampiezza, ASK, i bit 0 o 1 sono rappresentati dalla assenza o dalla presenza della portante. Questo tipo di modulazione è anche detto di tipo on-off. La modulazione di ampiezza, è più sensibile al rumore rispetto alle altre due modulazioni digitali e richiede un banda doppia rispetto a quella occupata dal messaggio.
Per ridurre la banda occupata e la potenza di trasmissione, si ricorre a trasmissioni di tipo SSB o VSB. Per aumentare la velocità di trasmissione si sfruttano tecniche multilivello, consistenti nell'associare a multiplette di bit livelli di tensione differenti, ad esempio, associamo alla parola 00 il livello di 0 V, a 01 1 V, a 10 2 V ed a 11 3 V.
Nell'FSK, ai due livelli logici 1 e 0 corrispondono due differenti frequenze. Ad esempio, nella raccomandazione CCITT V.23 si associa allo 0 una frequenza di 2.1 kHz e all'1 quella di 1.3 kHz.
La modulazione FSK richiede una banda maggiore ispetto alla ASK, ciò a causa della presenza delle due portanti, tuttavia la si preferisce all'ASK per maggior semplicità dei circuiti di demodulazione e di rivelazione del segnale. Inoltre, essendo l'ampiezza del segnale modulato indipendente dal segnale modulante, questo tipo di modulazione sarà più insensibile ad un rumore additivo che andrà a variare proprio l'ampiezza del segnale.
Nella modulazione PSK indicata nella figura, i due valori logici 1 e 0 vanno a sfasare di 180° il valore della fase della portante. Questo tipo di modulazione è anche chiamato BPSK [Bipolar Phase Shift Keying].
Spesso, per meglio visualizzare questi tipi di modulazione, si
ricorre a rappresentazioni geometriche. La relativa raffigurazione
della modulazione BPSK è riportata di seguito:
In queste rappresentazioni la distanza dei punti dal centro rappresenta la radice quadrata dell'energia media associata al segnale.
Da questo tipo di modulazione, discende la DPSK, ovvero Differential PSK, in cui vengono trasmesse solo le differenze di fase. Ad esempio, trasmettendo un 1 logico, non cambio la fase, che verrà variata di 180° solo in presenza di uno 0 logico.
Se anziché associare la variazione di fase solo a parole
di un bit, come nel caso della BPSK, associo, per ipotesi, parole
di due bit, avrò sì bisogno di di 22
livelli differenti di fase, ma riuscirò a trasmettere più
velocemente. Questo è il più semplice esempio di
modulazione PSK multifase, la situazione per un numero M=4 ed
M=8 [parole di tre bit] segnali è rappresentata nelle figure
seguenti:
Nel caso di 4 segnali, la modulazione viene chiamata QPSK [Quaternary PSK] o 4-PSK, mentre con 8 segnali si parlerà di OPSK [Octonary PSK] o di 8-PSK.
Sembrerebbe, a questo punto, facile andare a trasmettere n bit,
trasmettendo 2n segnali, ognuno sfasato di .
Ma, supponendo di vincere le evidenti maggiori complessità
circuitali, ci troveremmo esposti ad una maggiore probabilità
di errore. Se, infatti, consideriamo le regioni di decisione,
ovverosia le regioni in cui il mio demodulatore e, quindi, il
ricevitore, decide che simbolo è stato trasmesso, vediamo
che le regioni si assottigliano. Se nel caso del BPSK le due regioni
di decisione erano costituite dai semipiani separati dall'asse
delle ordinate, per cui, avendo, per ipotesi, trasmesso 1 ci voleva
un disturbo di energia superiore a
per
far sì che l'uno andasse nell'area di decisione competente
allo zero e fosse quindi mal interpretato, con più punti
di medesima energia è più facile che un simbolo
possa essere erroneamente ricevuto. A prova di ciò basti
pensare che nel caso di un QPSK con sfasamento iniziale di 45°,
le regioni di decisione sono delimitate dagli assi coordinati,
mentre in un OPSK avremo spicchi con angolo al centro pari a
.
La prima cosa che ci viene in mente, per migliorare la probabilità di corretta ricezione, è di distanziare, fra loro, i segnali. Ciò è agevolmente fattibile aumentando l'energia associata. Così facendo, però, andiamo incontro a due serie di problemi: il primo riguarda un aumento dei costi, dell'ingombro delle strutture e, soprattutto per trasmissioni via satellite, di reperimento energetico, il secondo consiste nel fatto che, per le applicazioni tramite modem, il canale di trasmissione è costituito da cavi ed un aumento dell'energia vorrebbe dire maggior dissipazione di calore per effetto Joule e, alla lunga, comporterebbe la fusione dei cavi stessi, laddove non opportunamente dimensionati.
Per questi motivi, uniti a considerazioni relative al rapporto segnale-rumore ed all'efficienza di banda, si preferisce utilizzare una combinazione di modulazioni d'ampiezza multilivello e di fase. Per far ciò la costellazione di punti deve essere collocata sul piano in modo che aumenti il rendimento di banda senza diminuire la distanza minima fra i punti.
Il ragionamento è banale: dedicando lo stesso intervallo di tempo a trasmettere un numero doppio di segnali, la velocità di trasmissione raddoppia, quindi, a parità di energia e di prestazioni di banda, riesco a trasmettere più segnali.
Un esempio può essere dato dalla costellazione rappresentata
nella figura a), nella b) sono indicate le relative regioni di
decisione:
Le costellazioni di segnali da 4 a 256 sono riportate in figura.
Gli schemi di modulazione consistenti di due canali PAM indipendenti, ovvero quando il valore di log2(M) è pari, prendono anche il nome di modulazioni QAM [Quadrature Amplitude Modulation]
Facciamo ora delle rapide considerazioni pratiche.
Nei modem servono due canali, uno per ogni direzione (ricezione e trasmissione), quindi, per la trasmissione, ad esempio, la banda utilizzabile è, al massimo, la metà della banda disponibile. Se, poi, usiamo l'FSK avremo bisogno di due portanti per due forme d'onda ortogonali, il che vuol dire che usa uno spazio di dimensione 2 per trasmettere un bit. Nel BPSK il numero di bit per dimensione è 1, nel 4-PSK è di 2 : 2 = 1. Nel 16-QAM si hanno 4 bit per 2 dimensioni, ovvero 2 bit per dimensione. Quanto più cresce il numero di bit per dimensione, tanto più possiamo andare veloci.
Storicamente, negli anni '20, Nyquist prendeva il prodotto 2WT = 1, essendo W la larghezza di banda e T il periodo, e costruiva segnali monodimensionali.
Negli anni '50, grazie alla teoria dell'informazione di Shannon,
possiamo teoricamente trasmettere M segnali in n dimensioni. La
quantità di informazione per bit è ,
essendo il tempo T, la velocità di trasmissione sarà
. Ciò vuol dire che, se aumento
il numero di dimensioni, riuscirò a trasmettere più
informazione alla stessa velocità, ovvero posso aumentare,
a parità di banda, la velocità di trasmissione.
In altri termini, la banda non limita la velocità di trasmissione.
Nel caso di 2 bit a dimensione, il limite sulla banda è di 16 kbit/sec. con un rapporto di 4 ottengo 32 kbit/sec.
Per poter costruire modem veloci, è stato considerato lo spazio dei segnali bidimensionali (4- PSK o 16-QAM). Shannon aveva già osservato che ci può essere, nelle trasmissioni, un guadagno dovuto all'incremento della dimensione nello spazio dei segnali e la velocità dipende non più da T e da W, ma da M; T e W sono interscambiabili. Quindi posso ignorare la limitazione dovuta alla ristretta banda telefonica o alla limitazione sul canale e posso, quindi, trasmettere ad alta velocità su di una banda limitata.
Ricordando, però, che la potenza è data dal prodotto del numero di bit al secondo per l'energia per bit, e che, comunque, a bassa energia associata corrisponde una maggiore probabilità di errore, il limite fisico è costituito proprio dalle dimensioni dei cavi, anche se è dimostrabile che aumentando la dimensione degli spazi, si migliora anche in termini di probabilità di errore. É stata realizzata una configurazione con M = 16, n=4 ed R=1. Quindi si trasmette 1 bit per dimensione. La forma geometrica della costellazione è una sfera. in questo caso il prodotto 2WT = 2.
Le considerazioni sembrano intuitive se guardiamo la figura seguente,
caso semplicissimo di una struttura a tre segnali:
Sebbene queste tecniche di modulazione siano tecniche a larga
banda, in quanto si paga un po' di più in termini di
occupazione di banda, in realtà i vantaggi sul migliore
utilizzo della potenza derivante da una netta diminuzione dell'errore,
che conseguono dall'utilizzo di prodotti 2WT crescenti, giustificano
gli sforzi tecnologici che, al momento, si stanno compiendo. Giusti
compromessi fra potenza ed errore sono raggiunti non solo con
l'ottimizzazione dei ricevitori e con la scelta oculata di particolari
forme d'onda, ma anche grazie all'uso di codifiche a controllo
d'errore. Codici come quello di Reed & Solomon, utilizzato
nella realizzazione dei CD audio (che può essere tranquillamente
visto come canale trasmissivo), permettono di forare, letteralmente,
il supporto con un foro da 1 cm di diametro senza che si noti,
all'ascolto, alcun tipo di errore: l'informazione è perfettamente
giunta a destinazione.